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TRADIZIONI E PROVERBI PREGNANESI
 Tratto dal libro "80° Anniversario Scuola Materna Achille Gattinoni"


GENNAIO
(1 gennaio)

Alla sera dell'ultimo dell'anno c'era l'usanza di mandare a letto presto i ragazzi dicendo loro che durante la notte sarebbe passato "al ciapin', la superstizione voleva fosse un diavoletto che "segna una croce sulla fronte" alle persone che sarebbero morte durante l'anno che stava per iniziare. Al mattino i ragazzi correvano davanti allo specchio per vedere se c'era "la croce" e, non trovandola, iniziavano il nuovo anno felici e contenti.


(17 gennaio)
S. Antonio.

Per questo giorno tutti lavoravano con accanimento per raccogliere legna, si facevano poi dei grandi mucchi nelle strade, nelle piazze e nei cortili e alla sera si accendevano i grandi fuochi.
La luce illuminava e riscaldava la serata fredda, mentre i bambini giravano attorno al fuoco cantando, gli adulti si scaldavano.


FEBBRAIO
Proverbio

Alla Madonna della Candelora,
dell'inverno siamo fora,
ma se piove e tira vento
dell'inverno siamo dentro.


Giòbia (giovedì di carnevale)


MARZO
Lunedì de l'Ufisi

Al mattino viene celebrata da antica data l'uffícío funebre per i defunti della parrocchia. E' tradizione che in questo giorno, sul sagrato della chiesa arrivino i 'firunatt", uomini vestiti di velluto che portano sulle braccia "le corone"di castagne.
Nei tempi passati era in voga questa canzone:

LA FERA,
O tusan andem andem
andem a la fera
a mangià i castegn.
Viva la fera, viva la fera
i han pagà
cont i danè
viva la fera e i castagnè.

LA FIERA
Oh ragazze andiamo, andiamo,
andiamo alla fiera
a mangiare le castagne.
Viva la fiera,
viva la fiera,
le hanno pagate
con i soldi,
viva la fiera e i venditori di castagne.

 

APRILE
Dumenica di Ulivi

La domenica delle palme ci si reca in chiesa a ricevere "el ram d'uliv", ossia il ramo d'ulivo benedetto, del quale si bruciano le foglie contro i temporali.

 

MAGGIO
Proverbi

8 maggio San Vittore

A san Vitur mett pur la pell al sù.
(A San Vittore esponi pure la tua pelle al sole)

De giurnad de magg e de dì de agost
metten a post tutt scoss.
(Le giornate di maggio e di agosto
mettono tutto a posto)

Magg succ, furment per tucc.
(Maggio asciutto, frumento per tutti)

19 maggio

S'el piov al dì de l'Ascensiun
tutt i frutt ven in mal.
(Se piove il giorno dell'Ascensione
tutti i frutti vanno a male)

S'el píov al dì de l'ascensiun
par quaranta dì sen minga sensa.
(Se piove il giorno dell'Ascensione
per quaranta giorni continuerà la pioggia)

29 maggio

A san Bernardin cascia la spiga
al gran del Pínin.

(A San Bernardino si forma la spiga
al frumento del Pinino)

A magg nass anca i stagg.
(A maggio nascono anche i bastoni)

 

GIUGNO
San Pietro e Paolo

Prima della mezzanotte del giorno che precedeva la festa, si versava in una caraffa piena d'acqua un chiaro d'uovo fresco: si lasciava il recipiente all'aperto perché potesse bagnarsi di rugiada. Al mattino nella caraffa si trovava una 'barchetta con alberi e cordame circondata da migliaia di luminosissime perline."


LUGLIO
Proverbi

A Lui la tera la buí.
(a Luglio la terra bolle)

Venticinc san Giacum, ventises sant'Ana e ventiset al diluvi.
(Venticinque San Giacomo, ventisei Sant'Anna e ventisette il diluvio)

L'acqua a sant'Ana l'è mej de la mana.
(L'acqua a Sant'Anna è meglio della manna)

I tempural de nott fan poc e nagott.
(I temporali di notte fanno poco o nulla)

Quand el tempural al vegn da Abbia, ciapa la sapa e scapa a cà.
(Quando il temporale viene da Abbiategrasso, prendi la zappa e scappa a casa)

Quand el tempural al vegn dal Tísín scapa a cà perchè l'è chi vísin.
(Quando il temporale arriva dal Tícíno, scappa a casa perchè è qui vicino)


AGOSTO
Proverbi

Agust gíà el sù l'è fusc.
(Agosto il sole è annebbiato)

A san Lurens (10 agosto) la gran calura,
a san Vincens (22 gennaio) la gran fregiura;
l'un e l'altar pocc dura.
(a san Lorenzo, 10 Agosto, il gran caldo,
a san Vincenzo, 22 Gennaio, il gran freddo,
l'uno e l'altro durano poco)

Se píov a l'Ascensiun ogni frutt van in perdiziun
(Se piove a l'Ascensione ogni frutto va in perdizione)

A San Berto (24 agosto) tacca la lum ai trav.
(A San Berto (24 agosto) appendi la lucerna alle travi)

Dopo san Bartolomè l'acqua l'è bona de lavà i pè
(Dopo il giorno di San Bartolomeo l'acqua è buona per lavare i piedi)

 


SETTEMBRE
Proverbi

A santa Crus (14 settembre)
pán e nus (pane e noci)
mangià de spus. (cibo degli sposi)

L'aria fresca settembrina
fa la rugiada a la mattina.

La nebieta de matina
el su trascina.
(La nebbia di mattina
il sole trascina.la porta via)

Vendemmia temporída
spess la va fallida.
(Fare vendemmia prima del tempo
spesso viene male.)

Setembar, setembrin,
l'è il mes che sa cava il vin.
(Settembre, Settembrino
è il mese che si toglie il vino.)

 

OTTOBRE
Proverbi

O bagnà o succ,
a san Luca,
seminan tucc.
(O bagnato o asciutto
a San Luca
seminano tutti.)

A san Simeun
strapa la rava el ravun
chi ara ben.

(A San Simeone
strappa la rapa piccola e la rapa grande
chi ha arato bene.)


NOVEMBRE

A San Martino (11 novembre) scadevano gli affitti rurali, ed era quindi il giorno in cui avvenivano i traslochi di casa e i cambiamenti di padrone.
"Fa San Martin "frase tutt'ora usata, vuol appunto dire cambiare casa.
La tradizione voleva che a San Martino si spillasse il vino dalle botti.
I bambini il giorno prima di San Martíno recitavano questa filastrocca:

Lumaga, lumaghin,
cascía fora, il tò curnin,
che duman l'è san Martin
te darò un bicer da vin
te darò un bicer da grapa,
te darò una bela sgíafa.

(Lumaca, lumachina,
tira fuori le tua cornine
che domani è San Martino
ti darò un bicchiere di vino
ti darò un bicchiere di grappa
ti darò un bello schiaffo.)

Altra versione della filastrocca:

Lumaga, lumaghin
cascia fora al tò cornin
se no te buti dent al funtanin.

(Lumaca, lumachina
fai uscire le tue cornine
altrimenti ti butto nel fontanile.)


DICEMBRE
Natale


La vigilia di Natale a mezzanotte i cortili si svuotavano, le strade si ríempivano e tutti erano diretti verso la chiesa per assistere alla Santa Messa.
I bambini correvano a letto aspettando il mattino con emozione perchè solo in quella notte sarebbero arrivati i loro regalí più belli dell'anno (frutta secca, pigotte, doni semplici).

 

LA GAMBA RUSA
Storia popolare

Questa storia popolare sembra sia stata creata dalla fantasia di un signore di nome Enrico, molto originale e fantasioso che amava inventare filastrocche.

A fine dicembre i contadini uccidevano il maiale. Questo avvenimento era un momento di festa per il proprietario, ma anche per quei contadini che abitavano nella stessa cascina e che si accingevano a dargli una mano.
Questa festa veniva poi ultimata negli ultimi giorni di gennaio (la "brusirora" o "i dì dala merla"), quando i paesani si radunavano in una stalla ed in compagnia mangiavano i salami ancora freschi.
Orbene, in una di queste giornate Enrico era rimasto escluso dalla compagnia e la sua mente fantastica allora congegnò un brutto scherzo ai suoi compaesani. Aiutato dalla fioca luce che emanava la lampada a petrolio, Enrico saltò sopra la cascina, aprì la botola "l'urbisel" (da dove veniva buttato il fieno per gli animali direttamente nella stalla), s'infilò una lunga calza rossa, calò la gamba attraverso la botola e con voce cavernosa minacciò i commensali gridando: "chi l'è San Pedar ca cumanda, se guardì in su vidarì la gamba" (qui è San Pietro che comanda, se guardate in su vedrete la gamba).
Le donne e i bambini restarono impietriti da questa strana apparizione ed anche gli uomini restarono titubanti e sorpresi, tanto che l'avvenimento venne in seguito raccontato in varie e nuove versioni dalle nonne ai propri nipotini rendendola sempre più misteriosa.

 

CANTI E FILASTROCCHE

FARFALLINA
Farfallina bella bianca,
vola vola e mai si stanca.
Vola di quà
vola di là.
Poi si posa sopra un fiore
poi si posa sopra un fior.
Ecco ecco l'abbiam trovata
tutta bella e ricamata.
Falla ballar
falla saltar
in mezzo al circolo lasciala andar.

LA BELLA LAVANDERINA
La bella lavanderina,
che lava i fazzoletti,
per i poveretti della città.
Fai un salto
fanne un altro.
Fai la riverenza
fai la penitenza.
Guarda in su
guarda in giù
dai un bacio a chi vuoi tu.

LA NOTTE DI NATALE
La notte di Natale è nato un bel bambino
bianco rosso e tutto ricciolino.
Maria lavava Giuseppe stendeva
il bimbo piangeva dal freddo che aveva.
Non piangere figlio che adesso ti piglio.
Pane non ho ma latte ti darò.
La neve sui monti cadeva dal cielo
Maria col suo velo copriva Gesù.

LA CONTADINELLA
Io son contadinella alla campagna bella
se fossi una regina sarei incoronata
ma sono contadina, mi tocca lavorar.
E cinquecento cavalieri con la spada insanguinata
con la testa rovinata indovina che cos'è?
E sono solo le ciliege (3 volte)
che maturan nel giardin.
E tira e molla e molla e tira
tira e molla e molla e tira
e tira e molla e molla e tira
e lascia andar.

IL TRENO
Ecco il treno lungo lungo che percorre la città.
Lo vedete lo sentite il trenino eccolo qua!
La strada ferrata che passa il vapore
attenti signori a Roma si và.
Ciuf ciuf .....

 

 


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