A Pregnana Milanese
negli anni Sessanta cera uno dei centri di ricerca e sviluppo
dellinformatica più allavanguardia del mondo.
La mostra permanente, inaugurata il 12 settembre
2020, in piazza della stazione ferroviaria è stata ideata da
Pozzo di Miele, associazione degli ex dipendenti delle aziende Olivetti
LRE (Laboratorio Ricerche Elettroniche), General Electric Information
Systems, Honeywell Information Systems, Bull, Compuprint e ripercorre
le tappe della storia di uno dei più importanti poli industriali
Italiani per le tecnologie informatiche.
All' inaugurazione, oltre al Presidente di Pozzo
di Miele, Domenico Maletti, sono intervenuti Angelo Bosani, sindaco
di Pregnana, e Mariuccia Cena , il sindaco di Caluso comune in provincia
di Torino che ha condiviso con Pregnana la storia dell'Olivetti ospitando
uno dei centri di progettazione.
"Con questa mostra permanente o museo a
cielo aperto chi non conosce la storia di questa azienda ora la può
imparare - ha dichiarato il sindaco pregnanese, Angelo Bosani - è
proprio qui che negli anni Sessanta si sviluppò il Programma
101, il primo personal computer vero e proprio al mondo. Per noi è
motivo di orgoglio e non lo vogliamo dimenticare".
Al taglio del nastro hanno partecipato alcuni
dei progettisti veri e propri pionieri dellinformatica italiana.
Quello che salta subito allocchio in piazza
della Costituzione sono certamente le insegne del logo dellazienda,
progettato dallarchitetto Ettore Sottsass, staccato dalla facciata
della sede principale e posizionato al centro della stessa piazza.
Quest'opera fu realizzata dal noto architetto Ettore Sottsass, che per
Olivetti realizzò numerosi progetti di design industriale, ed
è ispirato alla forma della memoria a nuclei magnetici dell'Elea
9003, realizzata nei laboratori di Pregnana da Franco Filippazzi.
Accanto al gigantesco simbolo sono presenti pannelli
con foto e documenti
Guida ai Laboratori Olivetti
Visita guidata da Ermanno Maccario ai Laboratori
Olivetti di Pregnana Milanese, il 21 Aprile 2013
L'invenzione
del primo Personal Computer raccontata da Giorgio Perotto